Nell’emergenza Covid-19 la Caritas diocesana modenese ha dato vita al progetto “Donne e uomini di Speranza”, pensando che non c’è speranza senza una rete di persone, senza ascolto, dialogo, formazione e aiuto. «Anche nelle difficoltà – spiega la direzione Caritas – bisogna cogliere l’opportunità di ricostruire o rafforzare il senso di appartenenza ad una comunità, scoprendo l’importanza di legami sociali che sanno connettere bisogni e risorse, lavorando sul senso civico e la ricostruzione di comunità aperte, inclusive e attente ai più fragili, e facendo sentire la vicinanza della Chiesa alle persone nel loro quotidiano».
Al progetto – che riguarda il comune di Modena – ha dato subito anima chi si è fatto volontario nel donare tempo o denaro. La rete è composta dalla collaborazione di Acli, Croce blu, Comune di Modena, 23 parrocchie dell’Arcidiocesi di Modena-Nonantola (Albareto, Baggiovara, Beata Vergine Addolorata, Cognento, Collegara, Gesù Redentore, Madonna Pellegrina, Madonnina, Regina Pacis, San Pietro, Sant’Agnese, Sant’Agostino, San Benedetto, Saliceta San Giuliano, San Faustino, San Lazzaro, San Pio X, Santa Caterina, Santa Rita, Santa Teresa, San Giuseppe-San Biagio, Sacro Cuore e Sant’Antonio), scout Agesci, volontari, donatori e aziende del territorio.
In poco tempo sono stati raccolti 38.820 euro, grazie alla raccolta fondi aperta per l’emergenza Covid–19 e ancora attiva per tutti coloro che volessero sostenere l’attività della Caritas diocesana: per donare si deve effettuare un bonifico all’Iban: IT 25 X 05034 12900 0000 0000 4682, intestato a “Caritas diocesana modenese” con causale “raccolta fondi per emergenza Covid–19”.
La Caritas diocesana ha dunque potuto mettersi in moto grazie alla segnalazione delle parrocchie e raggiungere in breve tempo 679 nuclei familiari, per un totale di 1.512 adulti e 918 minori supportati nel fisico così come nello spirito: non solo sono stati distribuiti generi alimentari ma sono state attivate linee di ascolto e di dialogo, monitorando fragilità socio-economiche emergenti e nuove fragilità nate durante questo periodo di emergenza. Un lavoro di osservazione anche di aspetti che non riguardano l’immediato bisogno, fondamentale anche per svolgere funzioni di raccordo con altre realtà – servizi sociali comunali, medici di base, scuole di ogni ordine e grado – e programmare interventi futuri più mirati.
Anche il territorio non è stato dimenticato: Caritas diocesana ha deciso di utilizzare le donazioni per coinvolgere e al tempo stesso sostenere le aziende del territorio, acquistando ad esempio dispositivi di protezione o carne, ma anche aziende di altre province a produzione biologica per pasta e riso. Il progetto vuole infatti integrare le realtà economiche del territorio, aprendo così spazi di dialogo per idee nuove e collaborazioni future.
«L’attenzione al territorio – spiega la direzione Caritas – vuole essere fortemente coniugata con l’attenzione alla terra, al prodotto di qualità, perché crediamo che la carità si nutra di bontà e bellezza e di lavoro dignitoso. Ringraziamo quanti hanno fatto emergere le risorse del territorio perché ci hanno fatto scoprire forti nelle difficoltà. Ringraziamo quanti hanno bussato per chiedere perché hanno dato voce al nostro dolore».