Venerdì 19 aprile, Fanano rivivrà la sua «Triennale del Venerdì Santo», che si celebra nel paese appenninico da almeno cinque secoli. Non se ne conoscono esattamente le origini e si ipotizza che possa trattarsi di una sopravvivenza delle antiche «sacre rappresentazioni» medievali, diffuse un po’ in tutta Europa e particolarmente amate dalla popolazione perchè consentivano ai semplici di rivivere la storia sacra, immedesimandosi nelle vicende rappresentate.
In alcuni Paesi, in particolare nella Francia dei primi del XV secolo, queste rappresentazioni divennero così complesse e articolate da poter essere paragonate a una sorta di «festival del sacro», che poteva durare alcuni giorni. Monsignor Pistoni, trattando della storia della pieve fananese nel volume La valle del Leo (Aedes Muratoriana, 1971), che raccoglieva gli atti di un convegno svoltosi proprio a Fanano due anni prima, scriveva: «Nel 1500, fors’anche prima, ogni otto anni, poi più frequentemente, si tenevano a Fanano Sacre rappresentazioni con tale concorso di gente che dovettero venire regolate anche con disposizioni di legge». Altre fonti descrivono le edizioni più spettacolari, come quella del 1586, che viene ripresa nell’800 da Cesare Campori nelle sue Notizie storiche del Frignano.
Fanano ha avuto da sempre una forte tradizione religiosa, forse legata alla sua posizione lungo la via Romea. Qui Sant’Anselmo eresse un grande monastero, per poi trasferirsi a Nonantola, dove fondò l’Abbazia. Sempre qui, tra XV e XVII secolo, sorsero le confraternite che animano la «Triennale», quella della Beata Vergine del Rosario, detta «dei Turchini», dal colore della mantellina, quella di San Giovanni Decollato, o «dei Neri», quella del Santissimo Sacramento, detta «dei Rossi» e la Pia Unione dell’Addolorata, la più recente, nata nel 1846 e formata da sole donne.
L’aspetto più spettacolare del Venerdì santo a Fanano è rappresentato dal complesso apparato di colonnine di verde bosso, collegate da cordoni, sempre di bosso – il Venerdì santo non si possono utilizzare fiori per gli addobbi e un tempo era comune allestire nelle parrocchie i «sepolcri» decorati solo con il verde – che si susseguono ininterrottamente lungo le strade e le piazze della parte più antica del paese e da «quadri» della Passione eretti in luoghi prestabiliti.
Venerdì 19 aprile tutto avrà inizio nel pomeriggio, quando, alle 15, avverrà la traslazione del Cristo Morto dalla cappella Foglianialla «cripta verde», realizzata in bosso. Alle 18.30, il Gesù Morto sarà traslato dalla «cripta verde» alla pieve di San Silvestro, dove, alle 20, avrà luogo la celebrazione dei riti del Venerdì santo. Al termine della celebrazione, intorno alle 21, dalla pieve si snoderà una processione solenne, illuminata dai lampioni delle confraternite, dalle fiaccole e dai lumi, lungo il percorso verde, sostando presso i «quadri» che raffigurano la Passione. Il corteo percorrerà piazza Corsini, via Sabbatini, piazza Ottonelli, via Pianata, piazzetta Fuoco, piazzetta Muzzarelli e via Pigna.