Al Centro Famiglia di Nazareth si è svolto un evento di genere inedito a Modena, se non addirittura a livello nazionale. I rappresentanti delle diverse confessioni cristiane e delle diverse religioni monoteiste presenti in città si sono incontrati lo scorso 12 febbraio e hanno dialogato sul tema della tutela della vita nascente. Il titolo, “Tu mi hai fatto come un prodigio: credenti in dialogo sulla vita nascente“, riprendeva un versetto del salmo 138 e poneva al centro lo stupore verso il miracolo della vita.
Introdotti dai referenti delle associazioni organizzatrici, Andrea Mazzi della Comunità Papa Giovanni XXIII e Antonella Diegoli, presidente di Federvita Emilia–Romagna, si sono confrontati sul tema della vita nascente l’arcivescovo Erio Castellucci, il rabbino capo di Modena e Reggio Beniamino Goldstein, Idris Bakari, imam della Casa della saggezza, della misericordia e della convivenza, il parroco della Chiesa ortodossa russa di Tutti i santi Giorgio Arletti, Constantin Totolici, parroco della Chiesa ortodossa romena delle Mirofore e Roberto Bottazzi, della Chiesa metodista di Bologna. Il non facile compito di coordinare una tavola rotonda così ampia è stato svolto dall’inviata di Avvenire Lucia Bellaspiga.
“Dinnanzi alla vita, il nostro atteggiamento è lo stupore: è come se l’uomo avesse trovato tutti gli elementi che occorrono, ma una cosa gli manca, il soffio vitale – ha esordito Castellucci, commentando il salmo 138 – Tutto dipende dalla capacità di mantenere una prospettiva della vita che è quella del dono”. L’arcivescovo ha ricordato l’importanza dei Centri aiuto alla vita, sottolineando: “Il loro lavoro non è solo affermazione del valore della persona, ma anche esercizio di “buone prassi” perchè la vera opera culturale è fare vedere che c’è un’alternativa, l’accoglienza”. Questa promozione dell’accoglienza verso la vita nascente ha permesso di accompagnare le madri di più di 200 mila bambini in tutto il Paese negli ultimi decenni. Centrale rimane, accanto alla difesa della “vita nascente”, quella della “vita migrante”: i temi – ha sottolineato Castellucci – non possono essere separati, se si vuole essere accoglienti verso la vita, “senza ulteriori aggettivi”.
Il rabbino capo Goldstein ha ripercorso il brano biblico che narra l’incontro fra Giacobbe, con le sue mogli e i suoi figli, ed Esaù (Gen 33, 1–17), rimarcando il valore della famiglia nella cultura ebraica: “Nella storia del popolo ebraico, dopo ogni distruzione si ricostruisce prima la famiglia, poi si costruiscono i memoriali”, perchè “il singolo si muove più rapidamente, ma per andare dove?” e concludendo con un’analisi dei limiti dell’individualismo contemporaneo, che, trascurando i corpi intermedi, svilisce i luoghi della generazione e dell’educazione.
L’imam Bakari ha sottolineato l’importanza del viaggio del Papa nella Penisola arabica e della firma comune dell’intesa con il grande imam sunnita di al–Azhar, che mette al centro la dignità dell’uomo, presentando poi la giurisprudenza islamica e i passi del Corano e degli Hadith di Maometto sulla vita nascente e sulla maternità. “Noi diciamo che “sotto i piedi della madre si trova il paradiso”, per significare il grande valore della donna nell’Islam”, ha concluso.
Padre Totolici ha esposto una dissertazione di carattere bioetico fondata sui Padri della Chiesa e sui canoni dei Concili della Chiesa indivisa, mentre il parroco ortodosso russo Giorgio Arletti ha presentato soprattutto casi di sofferenza o di apertura alla vita incontrati nel corso della sua attività di religioso. Bottazzi ha scelto di ripartire dal salmo che ha dato origine al titolo dell’evento, trattando del rapporto fra Dio, l’uomo e la fecondità – biologica ed educativa – in chiave sapienziale. La particolare delicatezza del tema e la presenza di posizioni differenziate non si prestavano a una facile sintesi. Si è registrato anche qualche scambio vivace tra i relatori e tra alcuni di essi e il pubblico.
Le conclusioni sono state efficacemente tratte da Lucia Bellaspiga che ha sottolineato: “La legge 194 è legge per la tutela della maternità. Da Modena potremmo far partire un manifesto che chiede concretezza a chi ci governa nelle politiche a sostegno della vita e della famiglia”.