L’arte dell’epicentro

Far conoscere i danni occorsi al patrimonio artistico-culturale dell’Arcidiocesi di Modena-Nonantola così gravemente colpito dai terremoti del maggio 2012.
Esporre le opere d’arte messe in salvo dalle chiese lesionate o crollate, valorizzandole quali emblemi della rinascita del popolo emiliano dopo i primi, dolorosi momenti del post-sisma.
Questi sono i principali obiettivi della mostra allestita al Museo Benedettino e Diocesano d’Arte Sacra di Nonantola dove sono esposte dal 16 marzo una settantina di opere recuperate dalle chiese della Bassa danneggiate dal sisma: si potranno ammirare circa quaranta dipinti tra cui capolavori di maestri della scuola emiliana, bolognese, ferrarese e modenese, quali Scarsellino, Giuseppe Maria Crespi, Simone Cantarini, Sigismondo Caula ed Adeodato Malatesta, accanto ad antiche sculture lignee e in terracotta, reliquiari, argenti e scagliole tra XV e XIX secolo. L’opera maggiormente significativa e di straordinario valore artistico è la tela del Guercino raffigurante la Madonna col Bambino e S. Lorenzo dipinta nel 1624, proveniente dalla chiesa del Seminario di Finale Emilia.
 
Le opere sono disposte attraverso un percorso che, partendo idealmente dalle porte della città di Modena e percorrendo la zona nord della provincia, arriva a Finale Emilia, epicentro dei tragici fatti del maggio scorso.
Una sala a parte è dedicata ad una selezione di opere del Museo Diocesano di Carpi, ospitato a Nonantola in segno di fratellanza tra Chiese sorelle, dopo che le scosse hanno reso inagibile la sua sede.
 
La mostra non è una delle solite esposizioni tematiche: la visita non deve essere determinata soltanto da un interesse culturale, ma affettivo per le comunità che per diversi secoli hanno conservato e venerato queste opere di fede e d’arte. Suo scopo è lanciare uno sguardo più ampio su quanto è capitato tra Finale Emilia, San Felice sul Panaro, Medolla e Cavezzo nel maggio 2012. Per questo la mostra delle opere d’arte è affiancata da una suggestiva galleria fotografica, allestita al piano terra del museo, che testimonia in modo diretto vari momenti vissuti dalla popolazione durante i giorni del terremoto e la grave distruzione causata dal sisma. In questo modo, insieme all’esposizione delle opere, si presentano al pubblico le comunità da cui le opere stesse provengono.
Le comunità parrocchiali e tutti i cittadini potranno nuovamente avere la possibilità di ammirare i dipinti che per secoli hanno ornato gli altari delle loro chiese ora distrutte o inagibili, davanti cui pregavano, celebravano i santi misteri, accendevano una candela, sostavano in silenzio’
 
La mostra è stata ideata e curata da Simona Roversi e Jacopo Ferrari in sinergia con l’Ufficio Diocesano Beni Culturali di Modena, l’ArcheoNonantola, la Fondazione ‘Ora et Labora’ e il Comune di Nonantola.
 
 
 
In occasione della mostra ‘L’arte nell’epicentro. Da Guercino a Malatesta, opere salvate dall’Emilia ferita dal terremoto’, il museo offre:
 
 – Fino al 31 marzo ingresso gratuito per tutti i cittadini residenti nei comuni del cratere sismico.
 
 – Per tutta la durata della mostra ingresso gratuito con visita guidata per le parrocchie dei comuni del cratere sismico che si recano alla mostra in gita organizzata, previo accordi col museo. Agevolazioni per tutte le altre parrocchie dell’Arcidiocesi che decideranno di visitare il museo.
 
 
 
 
L’iniziativa ha visto la stretta collaborazione della Diocesi di Carpi e del Museo Diocesano di Carpi, specialmente nella persona del direttore, Alfonso Garuti; della Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici dell’Emilia Romagna e la Soprintendenza per i Beni Storici, Artistici ed Etnoantropologici di Modena e Reggio Emilia e dei Vigili del Fuoco.
Un ringraziamento particolare va ai volontari del museo e del Gruppo ‘San Benedetto’ di Nonantola, per la costante e grande disponibilità, la competenza e l’impegno.
 
La mostra si avvale del patrocinio di:
Pontificio Consiglio della Cultura, Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici dell’Emilia Romagna, Soprintendenza per i Beni Storici, Artistici ed Etnoantropologici di Modena e Reggio Emilia, Regione Emilia Romagna, Provincia di Modena; Comuni e parrocchie di Bastiglia, Bomporto, Campogalliano, Camposanto, Cavezzo, Finale Emilia, Medolla, Nonantola, Ravarino, San Felice sul Panaro, San Prospero sulla Secchia, Soliera; Comuni di Carpi, Castelfranco Emilia, Concordia sulla Secchia, Mirandola, Modena, Novi di Modena, Rolo, San Possidonio.
 
Con il contributo di:
Fondazione Cassa di Risparmio di Modena, Banco San Geminiano e San Prospero, Borsari Group, Associazione Decorati Pontifici di Modena, Omci, Carpilock, Gavioli cantinieri dal 1794.