Le voci dei volontari in servizio

Il 10 gennaio le formalità burocratiche e poi pronti.. via! Qualcuno è già al lavoro dallo stesso pomeriggio del 10, altri lo hanno fatto nei giorni successivi: sono i 16 giovani che presteranno servizio nei progetti della Caritas diocesana. Oggi sono stati accolti da Paolo Rabboni, Federico Valenzano, Elisa Pugna e Nicole Bedetti, che per conto della Caritas ne seguiranno la formazione.
Conosciamo meglio alcuni di loro
 
Antonio Grella ha 26 anni, è di Campogalliano e ha lavorato a lungo come elettricista e idraulico. ‘Prima mi spendevo poco per gli altri ‘ ci racconta – e ora attraverso il servizio civile vorrei cambiare questo equilibrio. Mi attendo prima di tutto un’evoluzione personale, da quest’anno. Comincio con entusiasmo: avrò la possibilità di formarmi, di conoscere altre persone, di imparare cose nuove. Ero bravo, nel mio lavoro, mi piacerebbe diventare bravo anche nel servizio’.
Antonio sarà impegnato nella sua comunità, all’oratorio di Campogalliano, nella prevenzione del disagio minorile. ‘Anche se sembra un paese piccolo e tranquillo ‘ ci dice ‘ nel tirocinio mi sono reso conto che anche a Campogalliano i giovanissimi sono a rischio, specie per l’abuso di alcol e stupefacenti. Il progetto riguarda proprio la prevenzione, insieme a loro’.
 
Giuseppina Campanile ha 27 anni, è nata a Terracina e d è laureata in Sociologia alla Sapienza di Roma. ‘E da Roma ‘ ci dice ‘ mi sono poi trasferita a Modena. E quest’anno ho deciso di misurarmi con il servizio civile, un percorso comunque attinente al mio percorso di studi, che mi permetterà di mettermi alla prova’.
Sarà impegnata a Porta Aperta, nel progetto ‘Più diritti, più sicuri’. ‘La mia famiglia ‘ racconta ancora ‘ è abituata alla mia autonomia e mi ha sostenuto nella scelta. Mi stimola e insieme mi impensierisce un po’ la parte della formazione dedicata al lavoro su me stessa: è sempre un percorso impegnativo conoscersi’.
 
Teresa La Tegola è nata a Terlizzi, ha 23 anni e per il tempo del servizio risiederà a Casa 21 marzo, la struttura della Caritas in cui risiedono sia le giovani in servizio civile insieme ad altre che si sperimentano nel servizio e nella vita comunitaria.
‘Mi sono formata come tecnico della gestione aziendale, ma sono sempre stata più attratta dal lavoro con i minori. Però in quest’anno presterò servizio a Torre Muza, nel campo del disagio degli adulti. I miei genitori avrebbero preferito forse che facessi a casa questa esperienza, e comunque mi hanno aiutato a comprendere quale sarebbe stato il servizio più adatto a me.
Mi sono trovata quasi d’improvviso a Modena e inserita in una comunità: non è semplice, l’esperienza mi ha colpito e disorientato all’inizio, ma anche io sono felice di mettermi alla prova’.
 
La nostra quarta volontaria è Sara Cavani, vive a San Cesario, si è laureata in Scienze politiche indirizzo Cultura e diritti umani. ‘Quindi ‘ ci dice ‘ il servizio civile rientra nel mio percorso di studi, e credi sia importante testare nella realtà le competenze acquisite con gli studi, anche come orientamento per un percorso professionale futuro. Anche per la mia famiglia il percorso è stato normale: ero impegnata da tempo nel doposcuola gestito dalla parrocchia, in collaborazione col comune. Il servizio civile mi permetterà di scoprire altri aspetti del disagio, in particolare quello degli adulti, e quindi di allargare le conoscenze’.
Motivati, disposti a mettersi in gioco, attenti: rimarremo in contatto con questi giovani e con i loro colleghi, per raccontare di giovani che hanno voglia di futuro.