Frammenti di bellezza a Nonantola fino al 10 dicembre

 
 
“L’arte, oltre ad essere testimone credibile della bellezza del creato, è anche uno strumento di evangelizzazione: attraverso l’arte – la musica, l’architettura, la scultura, la pittura – la Chiesa spiega, interpreta la rivelazione. La bellezza rappresenta una via per incontrare il Signore. L’arte ha in sé una dimensione salvifica e deve aprirsi a tutto e a tutti, e a ciascuno offrire consolazione e speranza.”                    
Papa Francesco
 
La mostra “Frammenti di bellezza” intende valorizzare una selezione di opere d’arte provenienti dal territorio dell’Appennino modenese per le quali il Museo negli ultimi anni si è fatto promotore di interventi di salvaguardia e, in alcuni casi, di veri e propri restauri. Circa una ventina di oggetti e dipinti, dal Medioevo al Barocco, diventano così testimoni esemplari, “frammenti” della bellezza e della ricchezza del patrimonio artistico ecclesiastico modenese, principalmente concentrato negli edifici di culto, che furono nei secoli passati – ma ancora oggi – i veri luoghi rappresentativi delle comunità, non solo in termini spirituali, ma anche civici e sociali. Essi dimostrano la vitalità culturale delle località periferiche della montagna, diventate nei secoli centri di radicamento e circolazione di modelli artistici proposti dalle vicine aree, soprattutto bolognese e toscana.
Antichi oggetti di raffinata oreficeria e preziose suppellettili documentano la varietà di tipologie dei beni dedicati alle funzioni sacre e alla devozione; altri attestano la diffusione del culto dei santi o di particolari iconografie mariane, come la Madonna della Ghiara. Altri infine esprimono profondi significati teologici e spirituali o sono legati alla liturgia, come le pregevoli croci astili con le loro raffigurazioni simboliche, tra cui emerge per preziosità e interesse storico la cosiddetta “croce dei morti”, dipinta nel 1448 da Zanobi Strozzi, seguace e allievo prediletto di Beato Angelico, e probabilmente trasferita a Mocogno dal Beato Marco, monaco domenicano.
 
Grazie ai contributi per i beni culturali che la C.E.I. – Conferenza Episcopale Italiana ricava dai fondi dell’8×1000 ed annualmente eroga alle Diocesi, il Museo Diocesano di Nonantola ha promosso negli ultimi anni diversi progetti per la tutela del patrimonio culturale: in accordo con gli enti preposti del Ministero Beni Culturali (le Soprintendenze in primis) sono state recuperate, poste al sicuro e restaurate alcune opere d’arte di estremo valore. E’ il caso, per esempio, del bellissimo dipinto di Elisabetta Sirani con la Madonna del rosario e misteri e della seicentesca tela del pittore fananese Ascanio Magnanini, entrambe provenienti dalla chiesa parrocchiale di Coscogno.
Insolita e fortuita è stata la vicenda che ha portato alla scoperta del trecentesco Crocifisso di Fanano: sotto un pesante strato di rifacimenti in gesso e maldestre ridipinture risalenti all’Ottocento che ne offuscavano totalmente le forme originali, è emerso infatti uno straordinario Cristo in legno scolpito e dipinto di intensa emozionalità. Si tratta di un’opera inedita, risalente – per i caratteri di spigolosa e rigida tensione espressiva – alla fine del Trecento, esposta per la prima volta al pubblico dopo il restauro effettuato dalla ditta “Ripresa Restauri”.
 
Il percorso espositivo suggerisce al visitatore un viaggio emozionale attraverso la bellezza estetica delle forme, dei colori e delle linee di opere d’arte create secoli fa per accompagnare le comunità dei fedeli alla scoperta della bellezza della fede e di Dio, meraviglioso e insuperabile artista del creato.
La mostra, curata da Simona Roversi e Jacopo Ferrari, si avvale della collaborazione di un’équipe scientifica composta da Alfonso Garuti, Giovanna Caselgrandi e Roberta Apparuti ed è corredata da un catalogo con prefazione di mons. Erio Castellucci, Arcivescovo Abate di Modena-Nonantola, di cui si cita un breve passaggio:
“I ‘frammenti di bellezza’, nell’arte cristiana, non si colgono tanto nell’armonia e nella proporzione, quanto nella rappresentazione dell’amore in tutte le sue forme. […] Le opere presentate [in questa mostra] sono ‘belle’ non solo perché di buona fattura, armoniose e ben confezionate: ma anche e soprattutto perché rimandano ai gesti di amore di Dio verso l’uomo, alla sua misericordia.”
 
L’inaugurazione è prevista sabato 29 aprile alle ore 15.30 presso la ‘Sala Verde’ del Palazzo Abbaziale di Nonantola, alla presenza di mons. Erio Castellucci, Arcivescovo Abate di Modena-Nonantola.
 
 
 
Per maggiori informazioni:
Museo Benedettino e Diocesano d’Arte Sacra
Via Marconi 3, Nonantola; tel. 059-549025
museo@abbazianonantola.it; www.abbazianonantola.it
Facebook: Abbazia di Nonantola